Notizie false, odio e cyberbullismo sono alcuni dei temi che recentemente hanno portato a dibattere sul diritto nel pubblicare qualunque contenuto sui social in nome della libertà di pensiero.
A questo riguardo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 diversi social network hanno "bannato" gli account di Donald Trump (Twitter, Facebook, Snaptchat, Youtube, Twitch). Questo fatto ha suscitato reazioni molto diverse tra loro: c’è chi ha ritenuto corretta la decisione poichè riteneva che l’ex-presidente degli Stati Uniti utilizzasse i social per diffondere messaggi di odio in tutto il mondo mentre c’è chi invece ha dissentito, evidenziando il peso del potere in mano ad un’azienda privata, a prescindere dalle simpatie politiche per Trump.
Di fatto Facebook, Twitter e molti altri social si ritrovano nella condizione di poter scegliere e moderare quali contenuti sono adatti alla propria piattaforma, ma non solo: in base a loro algoritmi proprietari, possono influenzare i contenuti che si diffondono all’interno delle proprie piattaforme.
Non è la prima volta che Facebook o Twitter si ritrovano al centro di inchieste riguardo la loro posizione più o meno responsabile della diffusione di fake news.
Si tratta veramente di un potere che queste aziende vogliono?
Nel 2019 Twitter annuncia il lancio di Bluesky, un progetto con l’obiettivo di creare un modello di social open e decentralizzato in cui ogni utente è responsabile del cambiamento dei contenuti sul social al posto dell’azienda.
Un principio alla base del modello sarebbe quello della trasparenza, secondo un modello open, in modo che chiunque possa comprendere secondo quali criteri vengono scelti i propri contenuti. Inoltre si applicherebbero principi etici per mostrare contenuti interessanti o informativi, invece che contenuti che hanno lo scopo di “dividere” o fomentare odio (e quindi commenti e discussioni) come accade ora.
Il fondatore di Twitter ipotizza anche un approccio alla block-chain per decentralizzare in assoluto questo potere e permettere agli utenti di poter scegliere l’algoritmo che preferiscono per riordinare i contenuti presenti sul proprio feed personale di notizie.
Credo sinceramente che il futuro dei social sarà open perchè questo scenario creerebbe una condizione di win win per la quale le aziende potrebbero scaricare le responsabilità dei contenuti grazie alla rete decentralizzata e non dovrebbero assumersi il rischio di scelte come ban o cancellazioni con le conseguenze, spesso onerose, che ne derivano mentre gli utenti potrebbero usufruire di dinamiche più trasparenti riguardo al proprio feed di notizie contribuendo anche allo sviluppo e al futuro dei social.