Ida Bottanelli, oltre ad essere Vice Sindaco di Sulzano, siede nel Consiglio di Amministrazione del BIM di Valle Camonica ed è Presidente della Fondazione Prossima Generazione Valle Camonica. In questa intervista ci spiega come si sta lavorando per rendere la Valle Camonica una vera e propria “Smart Land”, puntando anche al turismo, potenziato dalle grandi opere in programma nei prossimi mesi e al recupero del territorio in chiave eco.
Qual è il più grande risultato che avete raggiunto in questi mesi, Ida?
Sicuramente posso dire la nuova sensibilità che è stata acquisita in merito a temi fondamentali. Anche nel corso dell’Assemblea generale di Confindustria, tenutasi a Pisogne di recente, questo aspetto è emerso, quindi è segno che stiamo procedendo nella giusta direzione.
Uno dei temi sui quali vi siete più concretamente concentrati e che Le sta particolarmente a cuore, Ida, è il recupero delle aree dismesse. Come state procedendo in tal senso?
Un gruppo di una quindicina di imprenditori della Valle, “capitanato” da Giovanni Spatti, ha costituito una vera e propria una cordata per l’ex OLS di Pisogne, che punta al recupero e al rilancio del sito dismesso. I progetti sono già stati presentati e finalmente possiamo dire che si è sbloccata una delle più grandi aree dismesse della Valle. Il prossimo passo è la sua messa in sicurezza, con l’approvazione di un piano di bonifica e la collaborazione fra i Comuni di Pisogne e di Costa Volpino, pronti a interloquire con i privati. La nostra Fondazione ha giocato un ruolo importante in questo, in quanto, da sempre, si è posta come aiuto per Comuni , ma anche per privati, per facilitare il percorso che porti al recupero di siti non più utilizzati.
Fra le altre aree che ci stanno particolarmente a cuore e per le quali ci siamo attivati posso citare la ex Selca di Forno d’Allione, posta alla nostra attenzione da tempo. A questo proposito, speriamo in una semplificazione burocratica e in un’accelerazione fruttuosa dei tempi.
Altro aspetto da tenere in considerazione per il Sebino e la Valle è quello dell’idrogeno...
Fra i vari gruppi di lavoro che sono stati aperti, uno è stato proprio orientato a questo argomento, in quanto la nostra zona diventerà la prima “hydrogen valley” in Italia. È importante continuare a ragionare, anche secondo le direttive del PNRR, su come poter abbattere i consumi, sostituendo, da qui al 2050, fonti di energia non rinnovabili con quelle rinnovabili, in quanto queste ultime rappresentano il futuro.
Stiamo, forse, fortunatamente, uscendo da un periodo molto difficile anche per il turismo. Avendo Lei preso parte alla cabina di regia di “The floating piers” di qualche anno fa, pensa che possiamo dirci pronti a ripartire puntando, magari, ancora alle grandi opere fra le quali, ad esempio, il progettodi Lorenzo Quinn “Your world”?
Fare previsioni ora è ancora un po’ difficile. Posso dire, però, che dopo “The Floating Piers” di Christo, purtroppo, abbiamo perso il trend positivo che si era venuto a creare, orientato ad un turismo intercontinentale. La pandemia ci ha riportato una forma di turismo soprattutto locale, italiano e medio/europeo, e in questo i nostri hotel e le strutture ricettive del territorio hanno tenuto duro e sono state adeguate al difficile momento. Pian piano, però, si stanno riaffacciando i tour operator dagli USA e siamo fiduciosi che l’opera di Quinn possa ridare molto al nostro lago, da ogni punto di vista. In primis, l’installazione ha come obiettivo quello di sensibilizzare il pubblico in termini di sostenibilità, perché ci si renda conto, una volta per tutte, che il futuro della Terra è nelle nostre mani. C’è molta attesa, il Comune di Sulzano e gli Enti proposti si stanno già attivando per le prime fasi approvative del progetto, così come anche l’Autorità di Bacino ha accolto bene l’idea proprio per il tema importante che ci sta dietro. Rispetto al 2016, anno indimenticabile per l’installazione del compianto artista Christo, l’attenzione verso temi ambientali e sostenibili è notevolmente cambiata e, per fortuna, ora i cittadini sono più orientati al rispetto del territorio nel quale vivono.
Abbiamo più volte nominato il PNRR, ossia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Ci saranno benefici importanti per la Valle grazie alle azioni previste?
I fondi del PNRR permetteranno cambiamenti territoriali significativi, ci saranno grandi cantieri e sarà necessario usare al meglio le risorse messe a disposizione, “cavalcando l’onda” in un momento storico senza precedenti a livello di opportunità. È responsabilità e dovere di ognuno saper utilizzarle al meglio, non facendosi trovare impreparati, ma presentando progetti in grado di fare la differenza, seguendo, ovviamente, le Linee Guida promosse a livello nazionale.
Lei è anche un’imprenditrice di successo nel settore tessile. Due parole sul mondo dell’economia e sui cambiamenti occorsi nell’ultimo periodo?
A livello occupazionale, molto è cambiato, nel senso che il problema più grosso, ora come ora, non è tanto la disoccupazione, quanto quello di trovar occupati che siano specializzati e che abbiano capacità produttive di un certo livello. La Valle Camonica possiede grandissimi settori “energivori”, meritevoli di poter essere sfruttati al meglio, trasformando il territorio da una fucina di manodopera a culla per le imprese. Il tutto in un’ottica green, non dimenticando che la vera sfida è quella di riuscire a “trattenere” in zona proprio le risorse giovani e specializzate.