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Abbiamo avuto l’opportunità di parlarne con Ferdinando Santacroce, un camuno che esercita da tempo questa professione e che fa parte del network di LIMES farm.

La storia professionale di Ferdinando comincia da un ITIS a indirizzo informatica. Dopo il diploma inizia a lavorare come ITI (insegnante tecnico pratico) nella stessa scuola che lo aveva appena congedato. La mattina insegna informatica, e il pomeriggio si dedica alla programmazione: dal piccolo sito della scuola fino ad un registro elettronico e una piattaforma di e-learning, quasi tutto da autodidatta. 

La scelta è difficile, ma va fatta: decide di abbandonare la sua passione per l’insegnamento e si dedica completamente alla programmazione. Lavora in valle per otto anni, sviluppando software per farmacie, poi una esperienza in 7Pixel (Trovaprezzi.it) e infine in Intré, dove si dedica a importanti progetti per grosse industrie. 

Infine, smette i panni dello sviluppatore per dedicarsi all’agile coaching.

Di cosa si tratta?

Da sviluppatore, Ferdinando ha conosciuto l’agilità nel lontano 2007, grazie ad alcuni colleghi che gli hanno aperto gli occhi. Gli anni ‘90 sono stati quelli della bolla delle dotcom, dell’iper-crescita di internet e dello sviluppo software in generale. Il “vecchio modo” di fare software dimostrava tutti i suoi limiti, alcune nuove pratiche e approcci iniziavano a circolare. L’agilità trova il suo “atto costituente” nel 2001, quando un manipolo di esperti del software realizza il “Manifesto per lo Sviluppo Agile del Software”. Ne è nato un movimento, da vent’anni in continua espansione, e con essa una serie di nuove professioni, tra le quali quella del coach, o meglio, dell’agile coach.

Il coaching è già di per sé una professione riconosciuta e praticata da tempo; l’Agile Coach è quella persona che, pescando dalle pratiche di coaching e da quelle agili di sviluppo del software (e dei prodotti in generale) accompagna e supporta aziende nel loro processo di trasformazione. L’Agile Coach è una figura poliedrica. Molti sono ex sviluppatori o comunque persone che hanno avuto a che fare con il software, visto che il movimento nasce in quel campo. 

Dopo la “prima ondata” di agilità nel mondo dello sviluppo software, al giorno d’oggi si vedono sempre più aziende che non trattano software rivolgersi a degli “agilisti” per apprendere da loro nuovi approcci allo sviluppo di prodotti e servizi.

Il coach indossa diversi “cappelli”: quello del consulente, che offre soluzioni a problemi noti; quello del trainer, che insegna nuovi modi e aiuta team, aziende e persone a metterle in pratica in affiancamento (“training on the job”, come dicono oltremanica); quello del facilitatore, che permette alle persone di sperimentare nuovi modi di generare idee e soluzioni; quello del mentore, che offre esperienze e punti di vista a chi si è già incamminato sulla strada dell’agilità, aiutandolo a superare gli ostacoli; infine quello del coach, ovvero colui che è in grado di portare persone e team a raggiungere gli obiettivi che loro stessi si sono fissati. 

Nel caso di un ex-sviluppatore come Ferdinando tutto questo è applicato non solo alla parte organizzativa e di processo dell'azienda, ma anche alla pratiche tecniche di sviluppo software.

A detta di Ferdinando, fare questo mestiere è tanto sfidante quanto appagante. Sfidante perché ogni ingaggio è differente: ogni azienda funziona alla sua maniera, con peculiarità e vincoli diversi. Appagante perché nuove situazioni lo obbligano a individuare nuove soluzioni, e questo non fa che alimentare la curiosità di Ferdinando e la sua soddisfazione nel vedere team e persone crescere professionalmente - e aziende migliorare la propria performance.

Oltre a essere il suo lavoro, per Ferdinando l’agilità è anche una delle sue più grandi passioni. Collabora da tempo con l’Italian Agile Movement (IAM), con cui organizza gli Italian Agile Days e varie altre conferenze (come la Working Software e la Kotlin Community Conf). Organizza dei meetup in terra bergamasca (XPUGBG) e partecipa a quelli di Milano (TDD Milano). Ogni tanto poi, con la scusa delle “unconference”, raduna amici e appassionati in qualche località turistica e alterna buona compagnia a discussioni sui temi che gli stanno più a cuore.

Ferdinando collabora con Agile Reloaded, un gruppo di coach attivo sul territorio italiano (e non solo). Proviene da e risiede in Valle Camonica, a ennesima riprova che il nostro territorio è in grado di produrre eccellenze anche nei campi più innovativi ed avanzati delle attività produttive del contesto economico attuale.

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